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Milan in vendita, la tentazione di Berlusconi: piano con Gheddafi

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Milan in vendita, la tentazione di Berlusconi: piano con Gheddafi Empty Milan in vendita, la tentazione di Berlusconi: piano con Gheddafi

Messaggio Da Drago Nero Ven Set 04, 2009 9:18 am


Milan in vendita, la tentazione di Berlusconi: piano con Gheddafi


09:00 del 04 settembre

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Il Cavaliere cede al pressing dei figli per vendere la società. Dossier sul club anche nell'incontro con i libici.
Milan, la tentazione di Berlusconi: un piano con Gheddafi per lasciare.
Silvio Berlusconi ha resistito fino all'ultimo. Ha cercato di trattenersi dinanzi ai "numeri" del bilancio
e al pressing della "famiglia". Ma alla fine ha accettato di imboccare
la strada indicata da tempo dai suoi due figli maggiori, Marina e
Piersilvio. Di preparare un "piano" per uscire dal calcio. La svolta è
maturata questa estate. Il mercato in difficoltà, i risultati sportivi
non più in linea con quelli del passato, i litigi domestici
sull'eredità. E soprattutto gli effetti del campionato sui sondaggi di
popolarità e sulle elezioni. "La vicenda Kakà - ha ricordato lo stesso
presidente del Consiglio - mi ha fatto perdere almeno 2 punti
nell'ultima tornata europea". Tutti fattori che lo hanno convinto ad
accettare il "sacrificio". Al punto di avviare personalmente le prime
trattative per la cessione.
Un percorso che sicuramente non sarà breve. L'Ac Milan costa tanto. Secondo le prime valutazioni, il valore si attesta tra i 600 e gli 800 milioni di euro.
Non sarà quindi facile individuare un acquirente. Tant'è che la "grana"
se l'è assunta direttamente Berlusconi effettuando qualche sondaggio.
Domenica scorsa, il giorno dopo la sonora sconfitta subita nel derby,
il capo del governo è volato a Tripoli per incontrare il leader libico
Gheddafi. Un vertice istituzionale, certo. Nel corso del quale, però,
il capitolo "affari" è stato preponderante. Il business petrolifero,
quello infrastrutturale, quello delle tlc sono ormai da tempo al centro
dei contatti tra Italia e Libia. Il Cavaliere ha inserito anche il
dossier Milan provando a saggiare la disponibilità di uno dei fondi
sovrani libici: il Central Bank of Lybia, il Lybian Investiment
Authority o il Lybian Foreign Bank. Da tempo, del resto, questi
soggetti sono attratti dal nostro calcio.
In passato è accaduto con la Juve, di recente hanno chiesto
informazioni sulla Roma. E adesso Berlusconi li ha consultati sulla sua
squadra.
Per non turbare gli assetti societari e familiari, il
capo del governo immagina una vendita "a tappe", senza strappi
improvvisi. Con un primo ingresso in quota minoritaria. In ogni caso
l'iter non deve condizionare le prossime scadenze politiche. Dei
contatti libici ancora non si conoscono gli esiti, dimostrano però la
ricerca di una nuova frontiera per il Diavolo.
La questione, dunque, è ufficialmente sul tavolo di Berlusconi.
Anche perché il "mondo-Milan" non rappresenta più solo un "giocattolo
sportivo". Sempre più interseca gli interessi politici e soprattutto
quelli imprenditoriali e "familiari" del gruppo Fininvest-Mediaset.
Argomenti che il premier ha sollevato pure nella cena piuttosto mesta con Adriano Galliani
organizzata in un noto ristorante di Milano dopo la partita di sabato
scorso. E lo stesso amministratore delegato del Milan da tempo ha messo
nel conto la "necessità" di vendere. In diverse occasioni, infatti, -
in colloqui informali con esponenti del mondo politico e
imprenditoriale - proprio Galliani si è sbilanciato sulle prospettive
della sua società sportiva: "Il Milan - è stato il ragionamento esposto
nelle ultime settimane - lo teniamo solo se resta competitivo a livello
europeo. Ma per questo bisogna investire tanto. Il punto, però, è che
ormai non so se sia possibile colmare in tempi brevi il gap con squadre
come Manchester United, Real Madrid o Barcellona". Il Cavaliere si è
sempre appoggiato sull'immensa turbina milanista che macinava consenso
e alimentava un'immagine vincente. Con le sconfitte, però, l'effetto
diventa opposto. E secondo l'inquilino di Palazzo Grazioli, le prime
conseguenze si sono avvertite a giugno scorso. Alle Europee e nei
sondaggi di popolarità.
Non solo. Lo stesso "numero due" milanista si è dovuto
scontrare con la fermezza dei primogeniti del Cavaliere, Marina e
Piersilvio.
Poco interessati al calcio e soprattutto non più
disponibili a ripianare i passivi del Milan. "Abbiamo dato già troppo",
è il loro leit motiv riferito pure alle consistenti esposizioni
bancarie. Tant'è che negli ultimi anni, alcune scelte di mercato sono
state dettate proprio da "ragioni" di bilancio. Gli acquisti di
calciatori come Ronaldo, Ronaldinho, Beckham rispondevano più alle
logiche del merchandising che a quelle del calcio. Incrementare il
valore del brand rossonero per ravvivare le casse di Milanello ed
evitare esborsi eccessivi da parte di Fininvest. Seguendo un po' il
modello spagnolo dei "Galacticos" di qualche anno fa. Con una
differenza: il Real Madrid può contare sullo stadio di proprietà.
Appunto lo stadio. A Via Turati fino a qualche mese stavano
lavorando per il nuovo impianto. Prevedendo una spesa di oltre 300
milioni di euro.
Un investimento considerato prioritario e per
il quale erano già state attivate le reti di finanziamento. Ma da
questa estate l'intera procedura è stata bloccata. Su preciso input
dello stesso Galliani. Il quale ha fatto sapere - persino agli uomini
del comune incaricati di seguire la pratica - che per il momento ogni
passo può essere sospeso. Un'indicazione coerente solo con la scelta di
"vendere". "Per fare certe cose - si è lamentato con molti - dovremmo
essere in Premier League". Eppure, in Italia altre squadre sono
impegnate nello stadio di proprietà: la Juventus in primo luogo, ma
anche team meno blasonati come Parma e Como.
La vera spinta ad accettare l'idea della cessione, però, è venuta dalla famiglia. La
"fermezza" della prole berlusconiana risponde non solo all'esigenza di
razionalizzare il core business del gruppo. Ma anche al desiderio di
fare chiarezza sull'eredità dell'"impero". Visto che oltre a Marina e
Piersilvio, pure Luigi, Barbara e Eleonora non hanno mai manifestato
una particolare predisposizione per i rossoneri. Nessuno, insomma,
sembra poi tanto interessato alle gesta di Pato, Gattuso e Pirlo.


http://www.calciomercato.com//index.php?c=&a=140811


Finalemente direi... mandate via anche galliani e risaniamo questo povero club Laughing
Drago Nero
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