Berlusconi: "Ronaldinho è il nostro Usain Bolt"
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Berlusconi: "Ronaldinho è il nostro Usain Bolt"
Berlusconi: "Ronaldinho
è il nostro Usain Bolt"
Dopo il successo nel Trofeo Berlusconi, il presidente del Milan
ribadisce la totale fiducia nel brasiliano. E sull'ipotesi di lasciare
il Milan: "Magari tra cent'anni..."
MILANO, 18 agosto 2009 - I supplementari che il Trofeo Berlusconi
non prevedeva li ha organizzati il presidente del Milan in persona. Ed
è stato il protagonista assoluto. Nella notte, al termine della cena
seguita alla vittoria nella tradizionale sfida tra Milan e Juventus che
precede l'inizio del campionato, il numer uno del club rossonero (e
presidente del Consiglio) ha spaziato a 360° su temi sportivi (e non),
ribadendo alcuni concetti già noti (ad esempio la leadership assoluta
riconosciuta e attesa nei confronti di Ronaldinho) ad altri inediti
(come la smentita di un possibile cambio di proprietà al Milan nel
breve o medio periodo).
volte è circolata la voce che la proprietà del Milan potesse vendere
quote della società, ma per il Silvio Berlusconi "è la stampa, che
rappresenta una realtà che non esiste". Pare che tra gli eredi di
Berlusconi nessuno abbia intenzione di succedergli alla guida del
Milan, ma il premier ha eluso il discorso con una battuta: "Intendete
fra cent'anni... Io - ha aggiunto con un sorriso Berlusconi lasciando
verso le due del mattino - sto investendo in un istituto che vuole
portare la vita media a 120 anni, cellule staminali e tutto il resto
permettendo. Pensiamo alla partita di sabato con il Siena e poi al
derby".
Ronaldinho, 29 anni, seconda stagione al Milan.
come il fulmine — Per Ronaldinho, già
indicato nel pre-partita come il leader su cui impostare il Milan della
nuova stagione, ancora parole al miele. "Il nostro Usain Bolt? Si
chiama Ronaldinho: era il sogno degli sportivi di tutto il mondo e può
tornare quello di prima". Sempre più convinto che il brasiliano
diventerà il trascinatore del suo Milan, Berlusconi non ha dubbi se
deve scegliere uno dei suoi giocatori da affiancare all'immagine del
campione del mondo dei 100 metri piani. Nella sfida di ieri contro la
Juve, Ronaldinho ha fatto una buona impressione al premier. "Mi è
piaciuto, stava dietro le punte, nel vivo dell'azione e sul limite
dell'area di rigore, una posizione foriera di molte punizioni, rigori,
assist magici e gol", ha spiegato il patron.
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mercato? in uscita — Altro tema più
volte toccato iera sera, l'addio a Kakà. La nostalgia per il brasiliano
è come quella che provò quando smise Marco Van Basten? "Il calcio - è
stata la risposta di Berlusconi - non l'ha inventato nè Kakà nè Van
Basten, cambia i suoi protagonisti, i suoi santi e i suoi eroi: non c'è
da avere nostalgia di nessuno". Infine una battuta sul mercato
rossonero: "È chiusissimo in entrata, nel senso che abbiamo diversi
giocatori che possono essere venduti. Quando però stai al Milan - ha
osservato il patron rossonero - è difficile che lo lasci: per
l'ambiente, per il fatto che la società tratta le persone in un certo
modo, che c'è una signorilità e una moralità che non sempre si trovano
in altre situazioni".
news dalla gazzetta.it
è il nostro Usain Bolt"
Dopo il successo nel Trofeo Berlusconi, il presidente del Milan
ribadisce la totale fiducia nel brasiliano. E sull'ipotesi di lasciare
il Milan: "Magari tra cent'anni..."
MILANO, 18 agosto 2009 - I supplementari che il Trofeo Berlusconi
non prevedeva li ha organizzati il presidente del Milan in persona. Ed
è stato il protagonista assoluto. Nella notte, al termine della cena
seguita alla vittoria nella tradizionale sfida tra Milan e Juventus che
precede l'inizio del campionato, il numer uno del club rossonero (e
presidente del Consiglio) ha spaziato a 360° su temi sportivi (e non),
ribadendo alcuni concetti già noti (ad esempio la leadership assoluta
riconosciuta e attesa nei confronti di Ronaldinho) ad altri inediti
(come la smentita di un possibile cambio di proprietà al Milan nel
breve o medio periodo).
centenario — Negli ultimi mesi più
"Vogliamo portare la vita media a 120 anni. Intanto pensiamo al Siena e al derby"
volte è circolata la voce che la proprietà del Milan potesse vendere
quote della società, ma per il Silvio Berlusconi "è la stampa, che
rappresenta una realtà che non esiste". Pare che tra gli eredi di
Berlusconi nessuno abbia intenzione di succedergli alla guida del
Milan, ma il premier ha eluso il discorso con una battuta: "Intendete
fra cent'anni... Io - ha aggiunto con un sorriso Berlusconi lasciando
verso le due del mattino - sto investendo in un istituto che vuole
portare la vita media a 120 anni, cellule staminali e tutto il resto
permettendo. Pensiamo alla partita di sabato con il Siena e poi al
derby".
Ronaldinho, 29 anni, seconda stagione al Milan.
come il fulmine — Per Ronaldinho, già
indicato nel pre-partita come il leader su cui impostare il Milan della
nuova stagione, ancora parole al miele. "Il nostro Usain Bolt? Si
chiama Ronaldinho: era il sogno degli sportivi di tutto il mondo e può
tornare quello di prima". Sempre più convinto che il brasiliano
diventerà il trascinatore del suo Milan, Berlusconi non ha dubbi se
deve scegliere uno dei suoi giocatori da affiancare all'immagine del
campione del mondo dei 100 metri piani. Nella sfida di ieri contro la
Juve, Ronaldinho ha fatto una buona impressione al premier. "Mi è
piaciuto, stava dietro le punte, nel vivo dell'azione e sul limite
dell'area di rigore, una posizione foriera di molte punizioni, rigori,
assist magici e gol", ha spiegato il patron.
createEmbed("2570_9ea390de-8bbf-11de-a7c7-00144f02aabc", "CalcioNews", "f89d11d6-1424-420d-8ebb-23904200f68a");
mercato? in uscita — Altro tema più
volte toccato iera sera, l'addio a Kakà. La nostalgia per il brasiliano
è come quella che provò quando smise Marco Van Basten? "Il calcio - è
stata la risposta di Berlusconi - non l'ha inventato nè Kakà nè Van
Basten, cambia i suoi protagonisti, i suoi santi e i suoi eroi: non c'è
da avere nostalgia di nessuno". Infine una battuta sul mercato
rossonero: "È chiusissimo in entrata, nel senso che abbiamo diversi
giocatori che possono essere venduti. Quando però stai al Milan - ha
osservato il patron rossonero - è difficile che lo lasci: per
l'ambiente, per il fatto che la società tratta le persone in un certo
modo, che c'è una signorilità e una moralità che non sempre si trovano
in altre situazioni".
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